Il 12 novembre 2003 morirono 19 soldati italiani in un attentato a Nassiriya. Tra questi c'era il Maresciallo dei Carabinieri Giovanni Cavallaro, che viveva in un paese vicino al mio. Ai suoi funerali c'ero anche io fuori dalla chiesa in un freddo pomeriggio di novembre. Non lo conoscevo, ma quell'attentato mi colpì molto decisi di partecipare alla funzione.
Lì ho sentito il discorso del Sindaco Flavio Pesce che, poi pubblicato anche su un giornale locale, voglio riportare in parte:
" Caro Giovanni, siamo qui in silenzio, non in parata e con un nodo in gola. (...)
Possiamo tutti discutere e dividerci su perchè e per come l'Italia è impegnata in Iraq. Ma nessuno discute un solo secondo su questi ragazzi, sulla loro serietà, sul loro impegno, sulla loro scelta di essere a disposizione del loro Paese, di questa grande comunità, per portare un contributo, reale e diretto,per costruire nel mondo il faticoso percorso della pace e della convivenza tra i popoli. Per questo, tutti, senza riserve mentali, siamo attorno ai nostri ragazzi in missione ovunque, certi come siamo nel cuore che nessun italiano, militare o civile, andrà all'estero ad esportare una nostra verità o una nostra cultura, ma a costruire, pazientemente e tenacemente costruire, convivenza, rispetto reciproco e cooperazione."
Ogni volta che sento parlare di conflitti nel mondo, il mio pensiero va subito ai soldati e a queste frasi che condivido in pieno. E alla frase "Carabiniere di pace" che un parà aveva usato per definire il suo "fratello" morto a Nassiriya.
5 commenti:
passa dal mio "Mad World",
c'è qualcosa che riguarda noi tutti blogger.
Che belle queste parole.
Ogni tanto fa bene ricordare che nel mondo ci sono un sacco di ragazzi che danno la vita (nel vero senzo della parola) per il mondo. E il mondo se ne frega! :(
buon fine settimana
Cara Luisia, sono felice che tu abbia ricordato questa disgrazia e sai già come la penso. Un pensiero, come minimo, è andato sicuramente a loro.
grazie a te per averli ricordati.
grazie
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