giovedì 14 maggio 2009

Blucerchiata

Ieri sera la mia squadra del cuore ha perso la finale di Coppa Italia, ai rigori dopo 120 minuti di partita. Vivere in un paese del Monferrato e essere una famiglia di piemontesi doc che tifa Sampdoria è abbastanza indicativo della nostra originalità. In paese c'è solo un altro doriano, ma lui aveva vissuto tanti anni a Genova, lo si poteva capire....noi no!
Fu mio padre che quando avevo più o meno 10 anni una sera in cucina disse :"Noi tifiamo Sampdoria". Difficile dire perchè, la versione ufficiale che ricordo era che da giovane aveva visto qualche partita allo stadio e se ne era innamorato. Poco tempo e anche io e mia mamma ne siamo diventate tifose accanite, la mia camera era tutta una bandiera! Anzi, la bandiera è ancora saldamente appesa al muro! Ero facile bersaglio di battutine dai compagni, ma chissenefrega! anzi per me era un segno distintivo, l'ennesima cosa che mi rendeva originale. Quando facevo terza media, la Samp vinse il suo primo e unico scudetto: era il 19 maggio 1991 ed era il giorno della festa del mio paese. Per me il volto dello scudetto è quello del signore doriano che usciva dal circolo alla fine dei 90 minuti: difficile descrivere l'espressione del suo viso che racchiudeva la tensione, la contentezza, l'incredulità...e un milione di altri pensieri.... Quando lo vidi uscire capii che avevamo vinto. E sorrisi. E sono sicura che una lacrimuccia mi stava scendendo...

Ieri erano 15 anni che non mi trovavo così trepidante e emozionata davanti alla tv a guardare una partita. Ad un certo punto del secondo tempo ero così agitata che mi sono messa a stirare e sentivo la telecronaca dalla stanza accanto. Poi quel rigore sbagliato e la delusione. Cavoli (e altro)!! Ma non ero triste. Perchè per me essere arrivati in finale dopo così tanto tempo e aver di nuovo avuto la possibilità, la speranza, l'opportunità di vincere un trofeo è già stato importante. Sentire che ce la potevamo fare, di nuovo, dopo anni e tanti problemi. Certo, vincere sarebbe stato meglio e sicuramente meritato.
L'allenatore Mazzarri, ovviamente rammaricato (per non dir altro!), alla fine ha detto "così è il calcio, anzi così è la vita".
Sottoscrivo. De Gregori docet:

Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore,
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia.
Difficile spiegare perchè, ma io sono e sarò sempre innamorata della Samp, dei suoi colori, dei suoi tifosi. Ho tanti piccoli e grandi ricordi che legano la mia vita a questa squadra. Di questo ne sono felice.

3 commenti:

Marco ha detto...

Be', l'amore per la propria squadra non è una cosa che si spiega; è amore, e basta. Io pure amo la mia squadra anche se sono mesi che non guardo una partita, e amo il ciclismo nonostante tutto ciò che da anni passa. Perché l'emozione di vedere tutto rosa, quando passa il Giro, non morirà mai.

Anonimo ha detto...

speravo anch'io vincesse la Samp, sono un estimatore di FantAntonio Cassano.

Igor ha detto...

Io che sono innamorato del Toro capisco bene la passione per la propria squadra.

ps: consolatevi con la Coppa Italia che ci avete "rubato" nel '88 :D