domenica 11 gennaio 2009

Non al denaro, non all'amore, nè al cielo

Per ricordare Fabrizio de Andrè, riporto il testo di una canzone che mi piace molto, e che mi ricorda le storie di paese dei miei nonni, e dedicato a tutti quelli che son considerati un po' matti per il mondo che hanno dentro:

Un Matto (Dietro ogni scemo c'è un villaggio)
Tu prova ad avere un mondo nel cuore
e non riesci ad esprimerlo con le parole,
e la luce del giorno si divide la piazza
tra un villaggio che ride e te,
lo scemo, che passa, e neppure la notte ti lascia da solo:
gli altri sognan se stessi e tu sogni di loro
E sì, anche tu andresti a cercare le parole sicure per farti ascoltare:
per stupire mezz'ora basta un libro di storia,
io cercai di imparare la Treccani a memoria,
e dopo maiale, Majakowsky, malfatto,
continuarono gli altri fino a leggermi matto.
E senza sapere a chi dovessi la vita
in un manicomio io l'ho restituita:
qui sulla collina dormo malvolentieri
eppure c'è luce ormai nei miei pensieri,
qui nella penombra ora invento parole
ma rimpiango una luce, la luce del sole.
Le mie ossa regalano ancora alla vita:
le regalano ancora erba fiorita.
Ma la vita è rimasta nelle voci in sordina
di chi ha perso lo scemo e lo piange in collina;
di chi ancora bisbiglia con la stessa ironia
"Una morte pietosa lo strappò alla pazzia".

1 commento:

Igor ha detto...

grazie per il testo

...sto seguendo lo speciale su Raitre dedicato a FDA.
ancora una volta passa l'idea del santino ,emtre invece li era un uomo con i suoi difetti e vizi.